Chitarra

Come utilizzare l’equalizzatore: una introduzione per chitarristi

Vedremo come utilizzare un equalizzatore per chitarra. Prenderemo in considerazione tutta una serie di applicazioni per utilizzare in modo consapevole e corretto questo effetto.

Molto spesso considerato secondario, l’equalizzatore è in realtà fondamentale per modellare il proprio sound. Questo effetto agisce sulle frequenze della nostra chitarra, permettendoci di avere un maggior controllo sul timbro finale del nostro strumento. Per capire come utilizzare l’equalizzatore dobbiamo comprendere in che modo agisce, grazie a un paio di nozioni di acustica. Infine vedremo un paio di applicazioni sul campo.

L’equalizzatore: funzionamento e tipologie

L’equalizzatore ci permette di aumentare o diminuire il volume di alcune determinate frequenze dello spettro sonoro. In particolare parliamo di bande, ovvero zone più o meno ampie di frequenze. Sugli amplificatori ne troviamo spesso soltanto tre: bassi, medi e alti. Con così poche bande è chiaro che il controllo che abbiamo non possa essere molto preciso. Rispetto a quegli che troviamo sugli amplificatori gli equalizzatori a pedale posseggono maggiori bande e in alcuni casi alcuni controlli su di esse. Molti dei pedali che troviamo in commercio sono equalizzatori da 5-6 bande. Inoltre i pedali possono essere spostati nella catena degli effetti in pedaliera, ottenendo risultati diversi.

Gli equalizzatori possono essere divisi in due famiglie: grafici e parametrici.

parametrici permettono di intervenire, come dice il nome stesso, su 3 parametri: la frequenza della banda su cui agire, la sua larghezza e il guadagno. Per guadagno intendiamo l’enfatizzazione o la diminuzione, in inglese boost e cut, in decibel della determinata frequenza.

Gli equalizzatori grafici invece hanno i primi due parametri già impostati e fissi e ci permettono di agire soltanto sul guadagno. Posseggono un controllo meno fine rispetto ai parametrici ma sono molto più rapidi e semplici da utilizzare. Il mio consiglio, a meno che non abbiate l’esperienza e una reale necessità per utilizzare un parametrico, è quello di affidarvi ad un equalizzatore grafico. Tra i più noti ricordiamo il GE-7 della Boss e il Six Band Eq della MXR.

Alcune applicazioni utili

Vediamo adesso come utilizzare l’equalizzatore per ottenere diversi tipi di risultati. Nelle clip audio ascolteremo prima il suono senza effetto e poi con l’equalizzatore attivo.

  • Mid Cut: andiamo a “pulire” il corpo del suono della chitarra. Diminuiamo i medi tra i 400 e i 1600 Hz, enfatizziamo i bassi tra i 100 e i 400 Hz e anche gli altri tra i 2000 e i 6000 Hz. Il timbro diventa molto più morbido e cristallino. Utile specialmente su alcuni timbri clean.
  • Mid Boost: esattamente l’opposto dell’applicazione precedente, con l’equalizzatore tipicamente posto in “pre” rispetto a un overdrive. Otteniamo un effetto di boost, ma a differenza dei booster veri e propri, in modo selettivo solo su alcune frequenze. Molto utile per aumentare il sustain e il corpo di un timbro distorto.
  • Humbucker in Single Coil: prendete questa affermazione con le molle. In ogni caso con questa equalizzazione possiamo ricreare un timbro simile ad un pickup Single Coil partendo da un Humbucker. Togliamo un pò di medio bassi, tipici dell’Humbucker e schiariamo un pò il timbro.
  • Single Coil in Humbucker: comodo nel caso opposto al precedente. Entrambe si basano sul ricreare le caratteristiche principali delle tipologie di pickup indicati.
  • Metal V: con questa equalizzazione, detta a “V”, proprio perchè molto pronunciata nello scavare le medie frequenze e nel dare spinta ai bassi e agli alti, possiamo riuscire a ottenere i tipici timbri metal, anche partendo da distorsioni non proprio adatte al genere.

Queste sono soltanto alcune delle possibili applicazioni di questo pedale. Vi invito a sperimentare il più possibile e trovare la posizione in catena giusta per voi.

Fonte: GuitarProf

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